È opportuno sapere, per poter agire bene con questi “amici”, che le testuggini hanno una buona vista ( sanno riconoscere anche le persone), un preciso senso dell’orientamento, ma non hanno un udito molto sviluppato a differenza dell’odorato utile per la ricerca del cibo e per l’accoppiamento.
Per distinguere i maschi dalle femmine osservate la coda: nei maschi è lunga, robusta e grossa alla base.
La femmina invece ha la coda piccola e corta; i maschi adulti presentano sul piastrone una cavità per facilitare la monta sul carapace della femmina.
Sappiate che una tartaruga di terra mal si adatta ad una vita in casa o in terrario in quanto non troverà la combinazione di alimenti naturali che la possono far crescere correttamente.
“TARTA” dovrà vivere all’aria aperta, far movimento e soprattutto godere della luce diretta del sole per poter crescere correttamente.
Il suo recinto dovrà prevedere due zone, l’una esposta al sole (infatti il sole attraverso i raggi UVB favorirà la sintesi della vitamina D), e l’altra ombreggiata (al di sopra dei 27° la tartaruga diventa apatica ) e dovrà essere protetta dall’attacco di eventuali predatori .
“TARTA” è un animale erbivoro quindi nel suo recinto lasciate crescere l’erba spontanea (vanno bene anche cicoria, radicchio, trifoglio e scarola); fragole, lamponi, more, albicocche, fiori e ciliegie vanno bene , ma date con parsimonia in quanto di difficile digestione. Da evitare assolutamente: carne, formaggi, alimenti per cani e gatti, uova, pane, latte, agrumi e kiwi.
Non dimenticate di dargli ogni tanto un osso di seppia: darà un ottimo apporto di calcio.
Le tartarughe non bevono molto, ma vogliono sempre acqua a disposizione usata da loro anche per urinare e defecare.
Ed ora la fase più delicata della vita di una tartaruga: il letargo.
Nei primi giorni di autunno, al calare delle temperature, le tartarughe smettono di alimentarsi (ma non di bere, anzi l’acqua dovrà essere sempre a disposizione), anche per più di 20 giorni per svuotare completamente l’intestino; verso settembre/ottobre iniziano ad interrarsi e cadono in letargo.
La temperatura ideale è di 5°C, temperature inferiori a 2°C arrecano danni celebrali o addirittura la morte, superiori a 10°C le inducono ad uno stato di dormiveglia pericoloso per l’esaurimento della scorta di grasso necessarie a superare l’inverno.
Le tartarughe possono interrarsi anche di 10-20 centimetri.
Il letargo è una fase metabolica ASSOLUTAMENTE NECESSARIA.
Nel caso si volesse tenere “TARTA” a svernare in casa, si dovrà provvedere ad un terrario con un punto caldo a 28°C ed un punto fresco sui 18° C con un substrato di 5 cm.
Essenziale la lampada UVB specifica per rettili necessaria alla sintesi della vitamina D per il fissaggio del calcio.
Si può anche optare per un letargo controllato mettendo le tartarughe in contenitori (gabbie metalliche) con lo stesso substrato del rettilario, ad una temperatura di 4-8°C in un locale buio con umidità al 70%.
Il risveglio si avrà a marzo con il rialzarsi delle temperature diurne. |